CENTRI TRAPIANTO IN ITALIA

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IL TRAPIANTO DI FEGATO

“Oggi un gran numero di malattie sono potenzialmente trattabili col trapianto del fegato ”

Sebbene il primo trapianto umano di fegato venne fatto nel 1963, il procedimento non ottenne un’assai diffusa approvazione nella pratica medica fino al 1980. Oggi è una pratica molto diffusa che salva molte vite umane, e purtroppo, sono piu’ i pazienti in lista di attesa per trapianto che non gli organi disponibili. Qui di seguito riportiamo alcune tra le domande piu’ frequenti che spesso ci pongono gli ammalati di fegato e i cittadini in generale:
1. Quale malattie vengono trattate col trapianto del fegato?
Un gran numero di malattie sono suscettibili di interferire con la funzione epatica in modo tale da minacciare la vita del paziente e la maggior parte di queste sono potenzialmente trattabili col trapianto del fegato.
2. Quali sono le più comuni malattie del fegato?
Negli adulti, la cirrosi, la morte delle cellule epatiche dovuta a una varietà di cause, é una delle più comuni ragioni per la quale viene fatto il trapianto del fegato. Nei bambini, la malattia più spesso trattata con il trapianto del fegato é l’atresia biliare, un’insufficienza dei dotti biliari di provvedere normalmente al drenaggio biliare del fegato
3. E circa la relazione dell’alcol con la malattia epatica?
La maggior parte delle persone che sviluppano la cirrosi epatica dovuta ad un eccessivo uso di alcol non necessità di un trapianto di fegato. L’astinenza dall’alcol e un trattamento delle complicazioni permetterà loro in genere di vivere per lunghi periodi senza un trapianto. Il trapianto viene preso in considerazione in pazienti con avanzato stato di malattia epatica, dove esiste una prolungata astinenza (almeno 6 mesi negli USA) e un trattamento medico ha normalmente fallito.
4. E il cancro al fegato?
La maggior parte dei carcinomi epatici originano in qualche altra parte del corpo e si propagano al fegato. Questi non sono curabili con un trapianto di fegato. Allo stesso modo i tumori che partono dal fegato in genere diffondono ad altri organi e sono raramente curati col trapianto di fegato. Il trapianto se viene fatto
ad uno stadio precoce del cancro al fegato può risultare a lungo termine una sopravvivenza per alcuni pazienti.
5. Ci sono dei trattamenti alternativi per la malattia di fegato?
Ci sono delle medicine efficaci per alcune malattie di fegato, mentre per altre sono disponibili solo trattamenti per le complicazioni. Il trattamento delle complicazioni può essere nonostante tutto richiesto se il fegato non é difettoso. Frequentemente il trattamento medico é rimandato, ma non elimina la necessità del trapianto.
6. Il trapianto di fegato é un trattamento da ultima risorsa,quando qualsiasi altra cosa é fallita?
Si e no. Se il trattamento medico é adatto a permettere una prolungata sopravvivenza con una buona qualità di vita, il trapianto sarà riservato per il futuro. Comunque, idealmente l’operazione chirurgica viene intrapresa prima dello stadio terminale della malattia quando la persona é troppo malata per resistere ad un’operazione
chirurgica e non sopravviverà fino a quando un donatore adatto non sarà disponibile.
7. Come viene presa la decisione del trapianto?
Questa é una decisione fatta consultando tutti gli individui coinvolti nelle cure dei pazienti, inclusa e/o la famiglia del paziente. Il paziente e l’input famigliare è vitale ed essi devono capire chiaramente i rischi coinvolti nel procedimento del trapianto.
8. Quali sono i maggior rischi?
Prima dell’operazione chirurgica, i rischi sono principalmente lo sviluppo di certe complicazioni acute della malattia che possono rendere il paziente inaccettabile per l’operazione chirurgica. Con il trapianto ci sono rischi comuni a tutte le forme della maggior parte delle operazioni chirurgiche, cosi come delle difficoltà tecniche nel togliere il fegato malato e l’impianto del fegato del donatore. Uno dei maggiori rischi per il paziente é di non aver nessuna funzione epatica per un breve periodo. Immediatamente dopo l’operazione chirurgica il sanguinamento, uno scarso funzionamento del fegato trapiantato, e le infezioni sono i maggiori rischi. Il paziente é attentamente monitorato per alcune settimane per individuare eventuali segni di rigetto del fegato.
9. Quali sono le complessive probabilità di sopravvivenza ad un trapianto di fegato?
Questo dipende da molti fattori ma complessivamente il 60-75% di pazienti adulti e l’80-90% di bambini sopravvive e vengono dimessi dall’ospedale.
10. Quanto a lungo durerà il ricovero?
In parte dipende da quanto malato era l’individuo antecedentemente all’operazione chirurgica. La maggior parte dei pazienti dovranno calcolare di trascorrere alcuni giorni in un’unità di cura intensiva e circa quattro settimane in ospedale, come minimo.
11. Cosa succede durante questo periodo di ricovero?
Inizialmente nell’unità di cura intensiva c’é un monitoraggio molto attento di tutte le funzioni del corpo incluso il fegato. Una volta che il paziente viene trasferito in corsia, la frequenza degli esami del sangue, e degli altri esami in generale diminuisce, é permesso mangiare e viene usata la fisioterapia per recuperare la forza muscolare. Il farmaco o i farmaci per prevenire il rigetto sono inizialmente dati per via venosa, ma poi per bocca. Durante il trapianto, vengono effettuati dei test frequenti per monitorare la funzione epatica e scoprire ogni evidenza di rigetto.
12. Se un trapianto di fegato fallisce di funzionare, o viene rigettato, che cosa può essere fatto?
Ci sono vari gradi di insufficienza del fegato. Occasionalmente, quando le circostanze ed il tempo permettono, un trapianto fallito di fegato può essere sostituito da un secondo ( o persino da un terzo ) trapianto. Sfortunatamente, non c’é un trattamento di dialisi per il fegato cosi come é possibile con i reni.
Vari ricercatori nel mondo, e anche in Italia, stanno sperimentando degli stratagemmi per poter tenere in vita
i pazienti con insufficienza epatica grave mentre stanno aspettando un nuovo fegato. Queste ricerche riguardano quello che viene chiamato “fegato artificiale” o supporti biomedicali di cura intensiva epatica che solitamente costituiscono appunto “un ponte” al trapianto.
13.Quali effetti collaterali provano comunemente i pazienti usando dei farmaci per trattare o prevenire il rigetto?
Tutti i farmaci usati per il rigetto aumentano la suscettibilità alle infezioni (e la possibilità di sviluppare tumori). Vengono usate varie medicine, e ognuna ha un effetto diverso. I farmaci simil-cortisonici producono qualche ritenzione idrica e gonfiore del viso, un rischio di aggravamento del diabete e osteoporosi (una perdita di minerali dall’osso). La ciclosporina, che è il farmaco piu’ comunemente utilizzato, produce qualche tendenza a sviluppare un’alta pressione del sangue e la crescita di peli nel corpo. La dose di questo farmaco deve essere regolata con molta cautela. La ciclosporina può dare origine anche ad un danno renale, ma questo può essere in genere evitato dal monitoraggio del livello dei farmaci nel sangue. Un altro farmaco è il tacrolimus, noto anche come FK-506. Effetti collaterali comuni per FK-506 includono mal di testa, tremori, diarrea, aumentata tensione, nausea, incremento del livello del potassio e del glucosio e disfunzione renale.
14. Coloro che hanno ricevuto un trapianto di fegato devono prendere queste medicine per il resto della loro vita?
Di solito sì. Comunque, con l’adattamento del corpo al trapianto di fegato, la quantità di medicine necessarie a controllare il rigetto si riduce. Ci sono dei pazienti a cui sono stati tolti questi farmaci con successo. Dei ricercatori stanno tentando di capire perché in questi casi cio’ sia possibile
15. Quanto devono essere frequenti i follow-up, cioè i controlli, medici?
Un follow-up di routine consiste in esami del sangue mensili, la misurazione della pressione del sangue da un medico locale con dei chekup annuali o semestrali presso il centro di trapianto.
16.I pazienti sono più suscettibili ad altre infezioni?
I trapiantati di fegato dovranno evitare l’esposizione alle infezioni mentre il sistema immunitario é depresso. Ogni sintomo di malattia dovrà essere riportato al medico immediatamente e le medicine dovranno essere prese sotto la supervisione del medico.
17. Si può praticare un’attività fisica dopo un trapianto di fegato?
La maggior parte dei pazienti sono in grado di tornare ad una normale o quasi normale esistenza e possono partecipare a dei vigorosi esercizi fisici da sei a dodici mesi dopo un trapianto di fegato riuscito con successo.
18.E perciò che riguarda l’attività sessuale?
Come per le altre attività fisiche, l’attività sessuale può essere ripresa normalmente.
19. E’ sicuro per le donne poter restare gravide dopo il trapianto?
Studi hanno dimostrato che donne che hanno subito un trapianto di fegato possono procreare normalmente, sebbene devono essere attentamente monitorate a causa d’una alta incidenza di nascite premature. Alle madri si consiglia solitamente di non allattare i bambini a causa della possibilità di ingestione da parte dei neonati attraverso il latte del seno materno dei farmaci immunosopressivi assunti dalla madre.
20. E perciò che riguarda la dieta?
I pazienti trapiantati hanno una tendenza di aumentare di peso a causa della loro ritenzione di acqua. Vengono consigliati di abbassare la loro assunzione di sale per ridurre o eliminare questa ritenzione idrica. Altrimenti i pazienti dovranno mantenere una dieta bilanciata.
21. Ci può essere una ricaduta (ritorno) della malattia originale nei trapiantati di fegato?
Se la malattia era causata dal virus dell’epatite B o C allora la ricaduta é probabile. Altri tipi di malattia di fegato non tornano.
22. Dalla descrizione risulta che pazienti con un trapianto di fegato coronato da successo sembrano molto sani. Per quanto a lungo può durare questo stato di buona salute?
La novità di questo procedimento fa sì che sia difficile rispondere a questa domanda. Ci sono tutte le indicazioni che quelli che stanno bene dopo un anno restino così indefinitamente.
23. Da dove vengono i donatori di fegato?
I fegati sono donati col consenso dello stesso individuo donatore, se è avvenuto in forma scritta precedente la morte cerebrale, o dei parenti stretti, da individui che hanno avuto appunto una morte cerebrale, generalmente come risultato d’una lesione traumatica alla testa o una emorragia cerebrale. Quando un tale donatore viene identificato, vengono contattati i centri di trapianti attraverso la rete di computer e vengono date le disposizioni di recuperare qualsiasi organo che potrà essere donato. Frequentemente questo coinvolge una squadra di un centro di trapianto che si reca con urgenza all’ospedale del donatore per prelevare gli organi, o una rianimazione con medici addestrati per questa operazione di espianto.
24. Il donatore e il ricevente devono essere uguali come tipo di tessuto, sesso, età,ecc.?
No. Per i trapianti di fegato, gli unici requisiti sono che il donatore e il ricevente devono essere approssimativamente della stessa misura, e avere la compatibilità dei gruppi sanguigni. Nessun altra eguaglianza é necessaria.
25. Che cosa succede se ci sono due riceventi adatti per un donatore di fegato?
Nella pratica é inusuale ma la decisione sarà di trapiantare il paziente con la necessità più urgente.
26. Come posso donare i miei organi?
Se vuoi essere un donatore di organo, porta con te sempre la tessera di donatore di organo opportunamente compilata o recati presso la tua USL per compilare la dichiarazione consensuale di donazione d’organi.
E’ importante discutere la donazione di organo con i membri della famiglia, poiché dovranno dare il loro consenso.
27.C’é un aiuto finanziario?
Il costo di un trapianto di fegato, comprese le spese pre-chirurgiche ed i farmaci immunosopressivi seguenti l’operazione, é di circa 150.000 € per il primo anno. Queste spese in Italia sono totalmente coperte dal Sistema Sanitario Nazionale. Altre spese, soprattutto per pazienti extracomunitari, sono coperte attraverso donazioni. La Associazione “Amici del Fegato-ONLUS” ha già agito, sempre senza scopo di lucro, in tal senso e, per esempio, nel 2001, ha avviato, tramite il Fondo Studi Fegato-ONLUS, una campagna di raccolta fondi per far trapiantare un piccolo neonato proveniente dallo Sri Lanka, che era destinato a morire. Il piccolo Aloka Fernando (se vuoi conoscere la storia clicca qui) è stato trapiantato con successo dall’equipe del Prof. Gridelli a Bergamo ed è seguito ogni anno dai nostri medici. Come si puo’ vedere dalla foto, oggi, che ha compiuto ormai 5 anni Aloka Fernando sta molto bene !

Gli “Amici del Fegato-ONLUS” sono una delle poche associazioni volontarie senza scopi di lucro che si dedica a prevenire, trattare, e curare malattie del fegato attraverso la ricerca, l’educazione dei pazienti e dei loro famigliari e la raccolta di fondi per questi scopi. Molti esperti concordano che più della metà di tutte le malattie di fegato possono essere prevenute se le persone agissero in base alle conoscenze che attualmente noi abbiamo. Il tuo fegato ti fa vivere, fai viver il tuo fegato ! Aiutaci !

Scarica gli opuscoli sul trapianto degli organi, destinati alle scuole.